Il settore della traduzione diventa sempre più
complesso a causa dei continui mutamenti del mercato mondiale. Chiunque davanti
ad un computer può definirsi traduttore ma essere madrelingua e conoscere bene
una lingua straniera non basta. È necessario avere molta esperienza.
Ma come
si fa a lavorare come traduttore se non si ha esperienza? E come si fa ad avere
esperienza se non si ha mai lavorato? La strada da percorrere è lunga.
Prima di tutto è necessaria una conoscenza
approfondita di una o due lingue straniere e di un’ottima dimestichezza con la
propria lingua madre. Una laurea in lingue e letterature straniere rappresenta
un buon punto di partenza per poi specializzarsi in uno o più settori: legale, economico,
medico, ecc.. Si può proseguire con un
buon master o con dei corsi di formazione altamente specializzati nella
formazione di traduttori o interpreti di conferenza.
Un ulteriore passo è quello di farsi conoscere
anche come traduttori freelance, cercando informazioni sulle varie case
editrici del proprio paese e sulle agenzie di traduzione per cui si potrebbe
lavorare in seguito ed essere in continua ricerca di possibili clienti.
E per chi volesse diventare un traduttore
giurato?
In Italia non esiste un traduttore giurato nel
senso in cui è inteso negli altri paesi europei, nei quali per ottenere tale
qualifica bisogna sostenere un esame di Stato. In Italia, un traduttore giurato
è “un aiutante del giudice”, ed è colui che prima di svolgere il proprio
incarico di traduzione o consulenza, giura di adempiere bene e fedelmente al
compito affidatogli. Dunque per poter essere un traduttore giurato, il traduttore
deve iscriversi agli appositi Albi tenuti dal tribunale. Solo dopo l’iscrizione,
gli verrà conferito l’incarico da parte dei Giudici o dei Magistrati. Il
traduttore giurato, inoltre, può comunque mettere le sue conoscenze oltre che
al servizio dell’Autorità Giudiziaria anche al servizio di aziende, studi legali, studi
notarili e soggetti privati, qualora gli richiedano traduzioni asseverate.
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